lunedì 13 settembre 2010

Venire al mondo nel 2010

Pensavo che nel 2010 ci fosse un livello di assistenza degno degli anni in cui viviamo e delle conoscenze acquisite con studi e ricerche. Da queste alte aspettative, oltre che dall'impegno profuso dal personale sanitario nel farmi cambiare idea, si sia prodotta in me una profonda delusione ed uno sconcerto che non mi sarei aspettato. Diventare genitori è fantastico, è faticoso ma è un’esperienza talmente bella che non la si può descrivere a parole. Entrare in contatto con il mondo della sanità neonatale lo è molto meno.

E pensare che eravamo partiti con il piede giusto, il colloquio per l'anestesia peridurale lasciava presagire competenza ed infatti l’anestesista ha svolto un lavoro egregio consentendo alla madre di conservare forza per le spinte e di conseguenza al bambino di non soffrire un parto troppo prolungato. Senza dubbio un'eccellenza del reparto ostetricia dell’ospedale di Alessandria. Ottimo anche lo staff di ostetriche, grazie in particolare a Silvana che ha fatto nascere Stefano. Non posso invece che biasimare il nido, veramente quanto di peggio un neo genitore possa aspettarsi. Vediamo di procedere dall'inizio: subito dopo la sala parto mi è stato chiesto di andare a prendere il cambio e portarlo al nido e di chiedere di farmi portare in camera il bimbo, in quanto serviva la sala parto e non c'era possibilità di lasciare attaccare il bambino per la prima poppata. Così faccio, giunto al nido mi aprono la porta e mi guardano come se avessi per sbaglio bussato in sala operatoria durante un intervento a cuore aperto. Mi scuso e chiedo se è li che si deve portare il cambio per il bimbo; senza interrompere lo sguardo indispettito, la puericultrice mi risponde "si, ma ci vorrà un sacco di tempo". Va bene, aspetterò un sacco di tempo. Dopo un’ora e mezza torno per chiedere se Stefano è pronto o se lo porteranno loro in stanza. Senza far mancare la solita scortesia, un'altra puericultrice scocciata dalla mia richiesta ed evidentemente stressata per motivi che non sto a sindacare, mi dice "basta! quando è pronto glielo portiamo!". Stefano è nato alle 11, alle 20, non essendo arrivata NESSUNA NOTIZIA, decido che forse si sono dimenticati di noi. Busso e c'è una terza puericultrice (il turno è cambiato, i modi no) che mi dice che Stefano dorme, che aveva il glucosio basso (davvero? e se lo avessero dato a noi per attaccarlo e fargli avere il colostro, il glucosio sarebbe stato lo stesso basso?) e che gli hanno dato loro da mangiare (alla faccia di spingere l'allattamento al seno). Alla mia domanda "ma non bisognerebbe attaccarlo al seno?", la risposta è stata testuali parole: "ah, noi là non glielo portiamo, se vuole viene lei qui e prova ad attaccarlo, però fra due ore che gli abbiamo appena dato da mangiare.". Mia moglie il mattino dopo mi dirà che è dovuta andare 3 volte fino al nido (dall'ultima stanza di ginecologia, 200 metri buoni) avanti e indietro, avendo partorito al mattino, prima di trovare Stefano sveglio e tentare un primo allattamento. Alle ore 23.

Il mattino dopo Stefano non era ancora in stanza, alla faccia del rooming in. Vado con l'intenzione di prenderlo o di chiedere che venga tolto dalle "cure" del nido. Mantengo la calma quando mi invitano ad aspettare un'oretta, ma sono fiducioso e finalmente mi consegnano Stefano. Nessuno spiega come va attaccato al seno, nessuno viene a seguire la neo mamma alle prese con questa nuova esperienza. "Imparo" io  guardando i cartelloni con le istruzioni e alcune foto. Cerco di replicare quanto appreso autonomamente e proviamo ad attaccarlo in stanza. Dopo qualche difficoltà ci riusciamo. Da soli. Poi c'è un'altra mamma in stanza al quarto figlio alla quale chiediamo qulche informazione di base tipo quando è da controllare e cambiare. Anche in questo caso nessuno ci ha spiegato nulla, riusciamo comunque a cambiarlo e pulirlo in qualche modo.

Prova doppia pesata: al nido ci spiegano che non dobbiamo cambiarlo e allattarlo che l'hanno pesato e devono vedere di quanto aumenta. Dopo un'ora ci comunicano, senza trascurare di far sentire inadeguata mia moglie con i soliti modi bruschi "ma questo bambino non ha preso neanche un grammo, cos’è, l'avete cambiato?". E gli danno una giunta. E mia moglie si sente una fallita, non riceve nessun incoraggiamento se non da me.

Un'altra volta ero al nido, non ricordo il motivo, ho perso parecchio sonno nei primi giorni, comunque un bimbo strillava, "e dagli un po' di..." poi mi nota e interrompe la frase, la puericultrice rivolta ad una collega. Un'altra volta mia moglie chiede cosa fosse quella pipettata che gli hanno sparato in bocca quando Stefano piangeva, la risposta "una cosa dolce che fa bene ai bambini". Dopo altre risposte evasive su cosa fosse questa cosa che ho notato che somministrano regolarmente a tutti i bambini che strillano un po' troppo, sono finalmente riuscito a leggere su un flacone "Mycostatin". Mi sono più tardi informato e scoperto che è un farmaco contro la Candida, da cui Stefano non era affetto, che è dolce, i bimbi mangiano volentieri e poi dormono anche per 4-5 ore filate. Dopodiché si fatica a tenerlo sveglio per farlo poppare. Ma questo non è un loro problema. Sorvolo di commentare invece sul fatto di somministrare un farmaco non necessario e senza il consenso dei genitori. Dal bugiardino: "Il rischio di effetti dannosi a carico del feto e/o del lattante a seguito di assunzione di nistatina non è escluso; pertanto l´uso di Mycostatin in gravidanza e/o nell'allattamento è da riservare, a giudizio del medico, ai casi di assoluta necessità .". Ci sarebbe altro, una prescrizione di Gentalin (cortisone), per far passare una normalissima acne neonatale che passa da sola. Che senza il nostro permesso gli è stato somministrato durante il ricovero.

A sapere prima di come sarebbe stata questa esperienza, avrei tranquillamente impedito al nido di prendersi cura di Stefano. Ritengo che anche un genitore senza nessuna esperienza è in grado di fare meglio. E che non siano stati di aiuto, anzi, penso che ci abbiano messo i bastoni fra le ruote per rendere più difficile il percorso naturale dell'allattamento al seno.